PROGRAMMA SCUOLA IN ABOF MILANO

Il corso quadriennale della Scuola in Analisi biografica a orientamento filosofico (Abof) prevede ogni anno 10 weekend di frequenza (in via Piranesi 12, Milano) a cadenza mensile tra novembre e ottobre dell'anno successivo (8 ore il sabato e 8 ore la domenica), oltre a un seminario residenziale fuori città di 3 giorni – dal pomeriggio del giovedì al pranzo della domenica - nella prima metà di luglio, per un totale annuo di 200 ore. Lungo i weekend sono distribuite le lezioni dei cinque percorsi formativi che si intrecciano caratterizzando il curriculum dell'Abof.

Tutti i percorsi hanno un programma circolare e ricorsivo, che ogni anno si declina secondo le ampie tematiche che caratterizzano la Scuola: relazione, cura, simbolo, trascendenze. Ogni allievo, in qualunque anno inizi il percorso della Scuola in Abof, ha dunque modo di approfondire ogni tema.

Il diploma in Analisi biografica a orientamento filosofico consente di presentare la domanda di ammissione alla Società di Analisi Biografica a Orientamento Filosofico (Sabof), associazione professionale che riunisce gli analisti biografici a orientamento filosofico già attivi professionalmente. Sabof è legalmente riconosciuta ai sensi della legge n. 4/2013 (www.sabof.it).


Descrizione del programma della scuola

Durante ogni anno si frequentano le lezioni di tutti i percorsi formativi.

Clicca sui titoli qui sotto per leggere le descrizioni di ognuno

Oltre alle giornate, ogni anno vi sono i 3 giorni del seminario residenziale al quale partecipano con gli studenti i docenti di tutti i percorsi insieme.

PROGRAMMI

Le pratiche filosofiche e l'analisi biografica a orientamento filosofico e Psicologie del profondo

Questo percorso comprende due grandi aree di studio che variamente entrano in risonanza e si arricchiscono reciprocamente:

1) Materia di studio sono, in primo luogo, le pratiche filosofiche e il loro contesto storico: pratiche antiche, sviluppate nel lavoro di Platone e Aristotele e codificate nelle scuole più tarde; e pratiche rinnovate, elaborate alla luce degli esercizi spirituali e del metodo biografico, in modo da essere appropriate alla fase della modernità matura, cioè al mondo così come lo conosciamo.

2) Sulla base del lavoro filosofico, lo studio si concentra, in secondo luogo, su quella pratica specifica e professionale che è l’analisi biografica a orientamento filosofico (abof). Per preparazione ad abof si intende una formazione che consenta la pratica dell’analisi, individuale e di gruppo (anche se la legittimazione all’inizio della professione risiede nella approvazione dell’analista personale); della consulenza orientata analiticamente; della formazione alle pratiche filosofiche; e dell’accompagnamento spirituale laico.

Questo duplice percorso è finalizzato alla conoscenza approfondita delle pratiche filosofiche che costituiscono lo specifico formativo della scuola Philo e aprono vie originali per la declinazione dell’analisi. I temi verranno affrontati attraverso l’alternanza di lezioni, pratiche ed esercizi filosofici, lavoro su casi di analisi biografica a orientamento filosofico. È da notare che la distinzione tra lezione ed esercizio non intende riproporre la dicotomia tra teoria e pratica, ma semplicemente mettere in luce diversi modi di studio: l’esercizio non si riduce a teoria applicata, ma è luogo di contemplazione,  orizzonte entro cui si dà la conoscenza; a sua volta la lezione non è teoria avulsa dall’esperienza, ma invece esercizio del pensiero in atto, “postura della parola” pronunciata e ascoltata.

Verrà data particolare attenzione all’allestimento del setting formativo necessario alla trasmissione delle pratiche e degli esercizi spirituali specifici.

 

A) Percorso a cura di Claudia BaracchiRomano MàderaDomitilla MelloniMoreno Montanari

Lo studio delle pratiche filosofiche e quello dell’analisi biografica a orientamento filosofico procedono di pari passo e si snodano in un percorso di quattro anni. Tale percorso disegna un andamento circolare più che uno sviluppo lineare. Infatti i temi affrontati ogni anno si completano/complicano l’un l’altro, e quindi non è importante in quale anno ci si iscrive, cioè in quale punto si entra nel cerchio. Le tematiche annuali sono così ripartite:

1) Esercizi antichi. Platone e il neo-platonismo. Antropologia elementare e simbolica.

2) Esercizi antichi. Aristotele e le scuole ellenistiche. Dialogo, traslazione e magistero interiore.

3) Esercizi spirituali delle pratiche filosofiche rinnovate. Modernità, processi di soggettivizzazione, biografia e mitobiografia. Le trascendenze in abof.

4) Esercizi spirituali delle pratiche filosofiche rinnovate. Nietzsche e Jung. Hadot e Putnam. Yalom. Vocazione e professione. Revisione, esercizio e stabilizzazione in abof.

 

B) Percorso a cura di Nicole Janigro e Uber Sossi

Nel progetto di Philo il rapporto tra le filosofie, le pedagogie, le psicologie del profondo, le metodiche e le tecniche persegue la ricerca di un senso individuale nel quale le diverse conoscenze intellettuali e teoriche hanno possibilità di integrarsi con le pratiche e le conoscenze autobiografiche. L’inafferrabilità dell’oggetto di cura – l’irripetibile mistero dell’umano – accompagna la riflessione teorica di un ibrido quale la psicoanalisi non cessa di essere. La teoria e la pratica analitica procedono  intrecciate al mutare dell’ambiente storico e sociale, nel mondo esterno, e nel mondo interno l’uomo vive un’altra dimensione: il loro rapporto appare contorto e spesso incoerente, ma proprio qui si manifesta e si rinnova la funzione culturale dell’“avvenire di un’illusione”. Il suo sapere, da sempre alla ricerca di uno statuto scientifico, è inscindibile dalla pratica artigiana della clinica, dall’incontro con gli straniamenti identitari della contemporaneità.
La talking cure, nonostante oggi ci appaiano naturalmente superati molti assunti dei classici, conserva il potere della trasformazione. E sempre più spesso la cura attraverso la relazione diventa, alla lettera, la relazione che cura.
In questo percorso si dedica un’attenzione particolare alle “due persone che si parlano in una stanza”, all’incontro di mondi mentali altri, ognuno con una sua lingua e una sua cultura. L’attenzione all’io-tu, alla pratica e alla riflessione della relazione a due rappresenta un assunto irrinunciabile per una formazione che vuole essere analitica.

  • I temi della psicoanalisi – la struttura psichica, il sogno, la relazione, le nuove malattie dell’anima della nostra attualità (depressione, narcisismo, perversioni) – sono intrecciati con le teorie (da Freud e Jung ai contemporanei) e con le biografie dei loro autori.
  • Il lavoro sul sogno e sulle immagini si apre al confronto con le immagini della tradizione spirituale, della pittura e del cinema.
  • La pratica dell’ascolto si costruisce anche attraverso esercitazioni dove le psicologie del profondo non temono il contagio interdisciplinare con il romanzo, la poesia, la musica.
  • Ogni ciclo avrà dei Leitmotiv, uno o due argomenti che ben si prestano a incroci letterari/corporei/filosofici (tempo, desiderio, tradimento, doppio, identità di genere, creatività…).

Le lezioni sono introdotte da un breve momento di meditazione, le parti teoriche sono sempre accompagnate da esercitazioni pratiche, discussione di casi clinici e biografie analitiche, interventi e/o altro proposti dagli allievi.

 

Mediazione corporea

Percorso a cura di Ivano Gamelli e Maia Cornacchia

L’ascolto dell’altro implica il posizionamento del proprio ascolto. La relazione di cura, per integrare il pensare e il sentire in un identico processo, chiede all’analista la capacità e la disponibilità a stare nel presente con tutto il corpo. Un corpo che non sia solo parlato ma reso partecipe, sensibile, consapevole delle potenzialità delle sue risorse, dei suoi linguaggi e delle sue risonanze. Le molteplici teorie e strategie di presenza corporea, antiche e moderne, sono proposte in questo percorso in un’ottica trasversale e interdisciplinare che, forse per la prima volta, intende andare oltre la particolarità e la prerogativa di una singola scuola, tecnica, ideologia, al fine di tradurre la conoscenza e l’esperienza dei diversi approcci corporei alla formazione e alla cura in un saper essere trasversale ai diversi contesti professionali e alle diverse età della vita.
Il percorso si articola in due moduli paralleli:

  • pedagogia del corpo (innanzitutto l’ascolto attraverso l’espressione corporea, la psicomotricità, il teatro e l’improvvisazione nelle sue varie forme, la danza, le tecniche di consapevolezza posturale, di rilassamento e di meditazione, di uso della voce e della narrazione orale, le loro teorie in una prospettiva che assume il dato autobiografico e i suoi molteplici linguaggi  come necessari al farsi e al trasformarsi dell’esperienza).
  • pratica di lavoro organico (esplorazione delle potenzialità percettive e relazionali di presenza, attenzione, apertura e intenzione; esplorazione e trasformazione di condizionamenti, modelli e automatismi che impediscono al sapere organico di manifestarsi nei nostri gesti e di insegnarci ad ascoltare il corpo anche quando parla un linguaggio simbolico).

 

Lo sguardo autobiografico

Percorso a cura di Paolo Jedlowski e Chiara Mirabelli

Il lavoro di questo percorso è centrato sullo sguardo autobiografico, per come si esprime in forme molteplici e si comunica attraverso certe oggettivazioni verbali e non verbali.
I temi di cui ci si occupa nel corso del quadriennio sono:

- autobiografia e biografia;
- esperienza e vita quotidiana;
- memorie e interazioni sociali;
- narrazioni e narrazioni di sé.

Indicativamente, i temi vengono sviluppati in successione nei quattro anni, ma intrecci e sovrapposizioni sono la norma in quanto le tematiche affrontate sono strettamente interconnesse.
Il percorso utilizza momenti di lezione, esercizi individuali e in gruppo, conversazioni e discussioni collettive.
Vengono presentati libri e ricerche sugli argomenti trattati. Inoltre si utilizzano e si commentano materiali di provenienza diversa come romanzi, poesie, film, fumetti e canzoni.
Obiettivo del percorso è innanzitutto ampliare e articolare la capacità di ciascuno di volgere su di sé uno sguardo autobiografico per ciò che riguarda a) aspetti che hanno a che fare con l’introspezione (riconoscimento dei vissuti, elaborazione della propria soggettività); b) aspetti relativi alle determinazioni “oggettive” della propria esperienza (storia sociale, collocazione generazionale ecc., entro cui si è inseriti); c) il rapporto che tale sguardo intrattiene con lo sguardo degli altri (costruzione dei ruoli e distanza dal ruolo, identità e riconoscimento). Nel percorso si intende inoltre sviluppare le capacità di ognuno di essere sensibile ai corsi biografici altrui.
Parte integrante del percorso è la scrittura, da parte di ogni studente, di una propria autobiografia (nel primo biennio) e di una biografia (nel secondo biennio). A questo fine, durante le lezioni vengono esaminati insieme i molteplici aspetti, teorici e metodologici, di tali esperienze e gli studenti vengono accompagnati lungo il processo di scrittura della propria storia di vita e di quella di un altro individuo, in connessione anche con le implicazioni relative all’analisi biografica a orientamento filosofico e agli altri percorsi della scuola.

 

Analisi e lettura del contesto

Percorso a cura di Laura Formenti e Andrea Prandin

La premessa di questo percorso è che tutto ciò che accade avviene dentro una rete di relazioni dinamiche, che cambiano continuamente e sviluppano forme, idee, visioni del mondo, in larga parte inconsapevoli. L’informazione prende senso sempre e solo in un contesto. Il classico dualismo che separa soggetto e oggetto, centrato sul linguaggio “delle cose”, viene sfidato per mettere al centro il “pattern che connette” (Bateson), le relazioni, le (inter)azioni così da celebrare la complessità, la coerenza e la bellezza che caratterizzano ogni sistema evolutivo: l’individuo, la relazione terapeutica, la famiglia, il team di lavoro, la società più ampia... fino al cosmo (e oltre?). Questo richiede ai neofiti del pensiero sistemico una trasformazione (non facile) dello sguardo, che sarà utile al futuro analista filosofo in quanto apre prospettive e pensabilità inedite, comportando anche una rivisitazione delle proprie premesse, emozioni e posture relazionali. L’auto-consapevolezza emozionale (Sclavi) ne è parte integrante.
Alcuni temi trattati nel percorso sono:

  • i molteplici linguaggi della comunicazione e della conoscenza;
  • la famiglia come sistema evolutivo complesso;
  • l’osservazione come processo che svela l’osservatore;
  • la conduzione di conversazioni generative e trasformative con singoli e gruppi.

Il percorso utilizza momenti di attivazione dell’esperienza, i diversi linguaggi estetici (disegno, metafora, sculture...), simulazioni e role playing, conversazioni e discussioni collettive volte alla costruzione di una teoria soddisfacente e finalizzata all’azione deliberata. Verranno proposte letture tratte dalla vasta letteratura sistemica, ma sempre con l’idea che ogni allievo elabori un proprio percorso anche di approfondimento teorico.
Obiettivi del percorso:

  • riconoscere lo sguardo sistemico, comprenderne le implicazioni, imparare a utilizzarlo nella vita quotidiana e professionale;
  • elaborare un’etica/estetica coerente con le premesse sistemiche;
  • com-porre il proprio progetto di apprendimento dentro il contesto di Philo, con i docenti e il gruppo, sviluppando relazioni “ecologiche”, riflessive e improntate all’auto-consapevolezza emozionale.